Nei cani e nei gatti i disturbi gastrointestinali possono essere difficili da diagnosticare, a causa delle molteplici condizioni a carico dei diversi organi del tratto gastrointestinale che possono provocare segni e sintomi simili, tipicamente diarrea, costipazione, vomito, dolore addominale, disressia.
La difficoltà di individuare il disturbo specifico di cui l’animale con questi sintomi soffre si riflette poi sulla gestione del trattamento dal punto di vista medico e nutrizionale. Le modifiche nell’alimentazione, infatti, sono parte integrante della gestione delle malattie gastrointestinali, e hanno un ruolo sia nel miglioramento dei sintomi clinici sia nella prevenzione delle recidive.
Tuttavia, non esiste un approccio nutrizionale unico in grado di soddisfare le esigenze di ogni paziente con sintomi di disturbi gastrointestinali.
In una recente review, la veterinaria statunitense Catherine E. Lenox ha fatto il punto sul processo di preparazione di un piano nutrizionale per un cane o un gatto con malattie gastrointestinali e sui fattori da considerare, in particolare i nutrienti di interesse, gli approcci nutrizionali per le malattie gastrointestinali più comuni, le strategie di gestione dell’alimentazione, le opzioni dietetiche, gli integratori alimentari disponibili e i criteri di selezione della dieta per i piccoli animali.
Come impostare un piano nutrizionale
Nella preparazione di un piano nutrizionale adeguato è necessario considerare diversi aspetti: la valutazione nutrizionale del paziente (che comprende le caratteristiche fisiche, come peso corporeo, BCS (Body Condition Score), tono muscolare, ecc.; la dieta e la sua storia; la gestione dell’alimentazione e gli aspetti ambientali con effetto sui bisogni nutritivi), i segni clinici, l’anamnesi e l’esame obiettivo, le analisi di laboratorio, i risultati delle indagini di imaging, la storia farmacologica, ecc.
A seguito delle valutazioni nutrizionali e mediche, è opportuno compilare una lista dei problemi per il singolo paziente, analizzarli e definire le priorità, cioè individuare le questioni, in genere una o due, che meritano maggiore attenzione tra quelle che possono essere gestite attraverso la modifica della dieta, in un’ottica di approccio individualizzato.
La definizione delle priorità consente di individuare i nutrienti di interesse, il cui apporto – in base ai risultati della valutazione nutrizionale – deve essere mantenuto costante, aumentato o diminuito nella dieta dei pazienti, per ottenere vantaggi nella gestione della malattia gastrointestinale.
I nutrienti da tenere in considerazione nel piano nutrizionale sono le proteine, i grassi, le fibre e la vitamina B12 (cobalamina), oltre ad altri fattori quali la digeribilità e l’apporto energetico.
I nutrienti di interesse variano a seconda delle condizioni cliniche del paziente, della valutazione nutrizionale, dei sintomi, delle caratteristiche della malattia gastrointestinale. Per esempio, la cobalamina è un nutriente di interesse per un cane o un gatto con enteropatia cronica, patologia che causa una carenza di questa vitamina e che richiede quindi una supplementazione, ma non lo è, in generale, per un animale che ha avuto un episodio di gastroenterite acuta.
Le opzioni dietetiche per le malattie gastrointestinali sono numerose, in quanto pazienti diversi, pur con patologie simili, possono trarre vantaggio da strategie nutrizionali differenti.
In generale, occorre cautela nell’utilizzo delle diete casalinghe, che dovrebbero essere formulate da un veterinario nutrizionista per garantire all’animale un’alimentazione completa, equilibrata e adeguata al problema clinico da affrontare; inoltre, il paziente dovrebbe essere seguito con un regolare follow-up.
Infine, per quanto riguarda gli integratori alimentari, i prodotti disponibili per cani e gatti sono numerosi e alcuni sono specificamente destinati a pazienti con malattie o sintomi gastrointestinali. In generale, questi prodotti includono probiotici, simbiotici e integratori di fibre.
Gli integratori probiotici e simbiotici possono portare vantaggi in alcuni casi, ma le prove scientifiche su una loro efficacia significativa nei cani e nei gatti con malattie gastrointestinali specifiche sono limitate.
Per quanto riguarda le fibre, l’integrazione può portare benefici nei cani con costipazione o diarrea, nei gatti con costipazione e con malattie infiammatorie intestinali o altre condizioni che provocano sintomi a carico dell’intestino crasso.
In ogni caso, è necessario prestare attenzione nel consigliare l’utilizzo di integratori alimentari negli animali con sintomi gastrointestinali, raccomandando prodotti sottoposti a un adeguato controllo di qualità.
Valutare e rivalutare
“Nella selezione della dieta per i cani e i gatti con malattie gastrointestinali dovrebbe essere adottato un approccio personalizzato sulle caratteristiche del singolo paziente” commenta l’autrice. “Inoltre, l’animale dovrebbe essere rivalutato regolarmente dal punto di vista medico e nutrizionale, per garantire che il piano impostato sia adeguato anche in termini di gestione a lungo termine, quando necessaria”.
Reference
Lenox CE. Nutritional management for dogs and cats with gastrointestinal diseases. Vet Clin North Am Small Anim Pract. 2021 May;51(3):669-684. DOI: 10.1016/j.cvsm.2021.01.006