Studio rivela i benefici di un’alimentazione ricca di fibre e proteine sul microbiota intestinale.
Il calo ponderale indotto da un regime alimentare ad alto apporto di fibre e proteine in cani obesi influisce sul profilo del microbiota intestinale. La biodiversità risulta infatti aumentata e, di contro, il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes si è ridotto.
Lo dimostra lo studio coordinato da Sandra Bermudez Sanchez dell’Università di Teramo e pubblicato su PeerJ.
L’obesità è un problema non solo per l’uomo. Anche tra i cani la prevalenza di questa patologia è in costante aumento con conseguente incremento nel rischio di altre patologie quali diabete, disturbi cardiovascolari, ortopedici ecc.
Un adeguato piano alimentare abbinato a un aumento nel movimento hanno però dimostrato una buona efficacia. Se però il microbiota intestinale è strettamente correlato alla dieta, è ragionevole supporre un suo cambiamento.
Come questo avvenga in relazione alla perdita di peso nei cani rimaneva tuttavia ancora da approfondire. I ricercatori hanno quindi confrontato i parametri clinici e il profilo batterico di 25 cani obesi prima e dopo l’introduzione di un regime alimentare basato su un elevato apporto di fibre e proteine, finalizzato al calo ponderale. Ecco cosa si è visto.
Il quadro clinico dopo il regime dietetico
- il punteggio BCS (Body condition score) è sceso da una media di 8 a 5
- la massa grassa media è risultata del 44,8% all’inizio dello studio, del 30,4% al termine
- la perdita di peso media settimanale è stata dello 0,68% abbinata a una riduzione giornaliera di 60,8 kcal/kg
- in cinque cani la dieta non ha indotto un significativo calo ponderale e sono stati esclusi dalle successive analisi
Così cambia il microbiota
- sulla base di qPCR, dopo la perdita di peso, E.coli ha mostrato un decremento significativo (T0: 4,8 vs T2: 3,5) contrapposto a un aumento di Fusobacterium spp. (T0: 7,4 vs T2: 8,0)
- l’indice di disbiosi si è mostrato compreso nel range di valori caratterizzanti un microbioma in equilibrio (tipico di cani sani) nel post-intervento
- l’alpha diversity ha mostrato un significativo aumento con la perdita di peso
- differenze di abbondanza per i phyla Bacteroidetes (T0: 1,4% vs T2: 10,1%), Firmicutes (T0: 92,3% vs T2: 78,2%) e Fusobacteria (T0: 1,6% vs T2: 6,2%). In particolare, il rapporto Firmicutes/Bacteroidetes è passato da 0,123 a 0,014
- l’incremento di Bacteroidetes è da ricondurre soprattutto al genere Bacteroides (T0: 0,7% vs T2: 7,9%) e Paraprevotella (T0: 0% vs T2: 0,1%). Per quanto riguarda Fusobacteria, il più incrementato è risultato essere Fusobacterium (T0: 1,6% vs T2: 6,2%). Decremento invece per Firmicutes, famiglia Clostridiaceae in maniera non significativa (T0: 37,3% vs T2: 24,6%). Più marcata invece la diminuzione di Megamonas (T0: 0,2% vs T2: 0,0%) e del genere Catenibacterium (T0: 2,3% vs T2: 0,5%)
- un breve periodo di dieta (15 giorni) non ha invece alterato significativamente le caratteristiche del microbioma
Conclusioni
Il calo ponderale abbinato a un cambio di alimentazione influenza le caratteristiche del microbioma non solo nell’uomo ma anche nei cani. Il decremento di Firmicutes (92,3% vs 78,2%) abbinato a un aumento di Bacteroidetes (1,4% vs 10,1%) si sono mostrati i segni principali.