Cereali, tuberi e legumi costituiscono attualmente dal 30% al 60% dei cibi estrusi per cani. Nonostante gli amidi in questi animali non siano essenziali dal punto di vista nutrizionale, possono rappresentare un’efficace fonte di energia (glucosio per il metabolismo) e sono ben digeriti e metabolizzati, anche se la loro digeribilità varia in funzione di alcuni fattori come la diversa fonte di amido, le condizioni di lavorazione industriale e la razza del cane.
A differenza dell’uomo il cane non presenta amilasi salivare e di conseguenza l’amido non viene idrolizzato nella bocca e arriva inalterato nello stomaco dove, principalmente, vengono digerite le proteine. Il chimo quindi entra nel duodeno e gli amidi iniziano qui la loro digestione (95%). L’amido non digerito nell’intestino tenue verrà poi fermentato dai batteri del colon.
In base alla loro digeribilità, gli amidi si classificano quindi in digeribili e lentamente digeribili o resistenti (RS), anche se tutte le fonti naturali di amido possono essere efficacemente utilizzate dai cani previa cottura.
Entrambi i tipi di amido possono avere un grande impatto positivo sulla salute dell’animale: gli amidi resistenti contribuiscono alla sazietà, riducono la risposta del glucosio e dell’insulina e, di conseguenza, sono molto utili per contrastare fenomeni come l’obesità, oltre a migliorare il microbiota intestinale. Quelli digeribili possono essere d’aiuto in caso di animali denutriti, che necessitano di un rapido apporto di energia.
Gli studi sulla digeribilità degli amidi sono però limitati a causa delle sfide tecniche ed etiche: è necessario infatti l’incannulamento chirurgico dei cani per poter raccogliere dal chimo l’amido che non è stato digerito (amido resistente), che non può essere studiato dalle feci dato che nel colon viene fermentato dai batteri e scompare quasi completamente.
Digestione in vitro, una tecnica alternativa da valutare
Un metodo poco costoso alternativo a quello in vivo per valutare la digeribilità dell’amido è la digestione in vitro, anche se ha sicuramente dei limiti importanti sulle informazioni che si possono ottenere perché ci sono diversi parametri fisiologici che, purtroppo, la tecnica in vitro non può tenere in considerazione. La digestione in vitro valuta la quantità di amido digerito e indigeribile per differenza. Procedure messe a punto per la valutazione nell’uomo hanno evidenziato che il metodo in laboratorio correla al meglio con i dati in vivo dopo 15 ore.
Una ricerca mirata al cane ha quindi valutato l’amido non digerito in vitro dopo 2,5 ore, 15 ore e 24 ore per poi confrontarlo con i risultati in vivo (ottenuti mediante incannulazione). I dati ottenuti dimostrano comunque che i test in vitro hanno risultati molto simili a quelli in vivo, anche se leggermente superiori.
Cosa dice la letteratura sui fattori che influenzano la digeribilità dell’amido
Per una corretta classificazione della digeribilità degli amidi vanno tenuti in considerazione molti fattori, come le diverse fonti alimentari, la quantità di fibra presente, la lavorazione del prodotto, l’inclusione di altri nutrienti e la razza del cane. La letteratura analizzata ha evidenziato che:
- le diete contenenti riso sono molto digeribili per il cane e che la digestione dell’amido varia a seconda della tipologia di riso. Anche il rapporto tra amilosio e amilopectina all’interno dell’amido può influenzare la digeribilità del prodotto: l’amilosio a causa della sua struttura a doppia elica risulta meno digeribile.
- Alcuni cereali non comuni poi (quali quinoa e grano saraceno) hanno una concentrazione maggiore di proteine e fibre alimentari rispetto all’amido, il che comporta una diminuzione della digeribilità apparente del tratto totale.
- Quanto ai legumi, come piselli, lenticchie e ceci possono essere considerati una fonte sia di amido sia di proteine vegetali e devono essere inclusi negli alimenti in quantità inferiori (sotto il 20%) a causa della presenza di oligosaccaridi, che possono causare un’eccessiva fermentazione nell’intestino crasso e ammorbidire troppo le feci se presenti nell’alimento in quantità non opportuna. Inoltre i legumi, come i cereali integrali, hanno un’alta concentrazione di fibre e lipidi che inducono una digeribilità inferiore.
- Un altro aspetto da tenere in considerazione è la dimensione dei granuli di amido: alcuni studi hanno dimostrato che granuli più piccoli risultano più digeribili rispetto a quelli grandi. I frammenti più grossi hanno meno superficie per l’adesione degli enzimi inducendo, nei cani, produzione di feci con pH più basso, concentrazioni minori di acetato e propionato e concentrazioni maggiori di burinato.
- Ulteriore fattore che influenzano e interferiscono con la digestione dell’amido è la presenza di alcuni altri nutrienti. Per esempio, le fibre insolubili possono portare ad una irritazione dell’intestino comportando una riduzione dell’assorbimento. Le farine lavorate tendono a essere più digeribili perché la maggior parte della crusca e del germe viene rimossa durante la macinazione.
- Altro aspetto importante: l’amido in presenza di calore e acqua subisce una trasformazione chiamata gelatinizzazione (influenzata dalla dimensione dei granuli e dal grado di macinazione). Tale processo aumenta significativamente la digeribilità.
- Infine la lavorazione a prodotto finale influenza anch’essa la digeribilità: è stato dimostrato che le diete estruse contengono 4 volte più amido rispetto alla forma in pellet e sono più digeribili.
È essenziale quindi trovare un metodo ufficiale per convalidare e determinare la digeribilità degli amidi in tutte le condizioni, per ottenere alimenti più mirati alle necessità dei singoli animali.
Effetti sulla salute del cane
La review prende in considerazione diversi studi che dimostrano come le varie tipologie di amido possono influenzare la risposta glicemica e come anche altri nutrienti come carboidrati, proteine e grassi possono influire sui livelli di glicemia e insulina.
Diete ricche di amidi rapidamente digeribili possono aiutare cani malnutriti che richiedono un supporto nutritivo.
Diete a base di cereali con amidi resistenti e indice glicemico basso sono invece utili contro l’obesità e l’insulinoresistenza. Gli RS diminuiscono la velocità e la quantità di assorbimento del glucosio.
Gli amidi resistenti, oltre a promuove la sazietà, diminuire i picchi di glucosio plasmatico hanno anche un effetto positivo sul microbioma intestinale anche se, purtroppo, ci sono pochi studi a riguardo. Essi producono acidi grassi a catena corta tra cui acetato, propinato e butirrato che riducono il pH del colon e influiscono direttamente sulla composizione del microbioma promuovendo batteri benefici a scapito di quelli patogeni.
È quindi importante tenere in considerazione la fermentazione dell’amido nel colon e ci sono prove che questo dipenda sia dalla razza del cane che dalla fonte di amido.
Ci sono anche prove che dimostrano che la capacità di fermentare efficacemente RS dipenda dalla taglia del cane. Cani di grossa taglia infatti non dovrebbero essere nutriti con diete con più del 2,5% di RS perché dagli studi è stato verificato che inducevano feci più molli e sembrano quindi essere più sensibili all’assunzione diretta di RS. La quantità raccomandata di RS per ogni taglia di cane non è però stata determinata.
Purtroppo mancano studi incentrati sugli effetti dei diversi tipi di RS sui prodotti della fermentazione, sul microbioma e sugli ormoni della sazietà nei cani.
Conclusioni
Vari studi hanno dimostrato che tutte le fonti di amido possono essere utilizzate nelle diete dei cani, in particolare previa cottura, e che sono molto importanti per la salute dell’animale.
Gli amidi resistenti possono aiutare a controllare la glicemia e modulano la crescita di batteri benefici per il colon migliorandone la salute. Al contrario, gli amidi digeribili sono essenziali per un rapido apporto energetico in cani malnutriti.
Sicuramente sono necessari studi più approfonditi sui benefici degli amidi con digeribilità differente e sulle lavorazioni più convenienti.
Come sottolineano gli autori: “Mancano per esempio studi sull’utilizzo di fagioli, legumi e cereali antichi, così come studi sui processi di lavorazione oltre l’estrusione. La conoscenza della disponibilità nutrizionale e delle caratteristiche fisiche degli ingredienti è essenziale per formulare correttamente gli ingredienti nutriente e prodotto per produrre un’alimentazione di alta qualità”.
Reference
Isabella Corsato Alvarenga, Charles Gregory Aldrich e Yong-Cheng Shi. Factors affecting digestibility of starches and their implications on adult dog health. Animal Feed Science and Technology 282 (2021) 115134